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LE REGOLE DEL RITO
NEL MATRIMONIO CIVILE |
Anche per il matrimonio celebrato in municipio al
cospetto dell’Ufficiale dello Stato civile, gli inviti avvengono
attraverso l’invio formale delle partecipazioni. Al matrimonio civile,
pur se di regola molto più breve di quello religioso, può essere
ugualmente conferita una certa solennità anche perché, il municipio, è
spesso ospitato in un palazzo storico e la sala in cui si svolge la
cerimonia può essere di notevole bellezza. Trattandosi comunque per lo
più di sale adibite alla celebrazione nuziale molto sobrie nello stile
architettonico, è preferibile senz’altro adornarle, previa
autorizzazione, con un discreto addobbo floreale costituito, magari,
da qualche cesto di fiori freschi e piante verdi oppure, da
piccolissimi ma deliziosi bouquet da appoggiare sulle sedie degli
invitati (anche se, in alcuni casi, la decorazione floreale della
sala, può venir offerta in dono agli sposi, dalla stessa casa
comunale).
L’arrivo in municipio dei futuri sposi deve avvenire in perfetto
orario, non essendo tollerato alcun ritardo, neppure per la sposa! La
sposa, deve giungere al braccio del padre, procedendo nella sala in
cui lo sposo l’attende accanto al tavolo dell’officiante (il sindaco
in persona oppure, un ufficiale di stato civile) con gli invitati la
cui disposizione, segue la regola classica (a destra, quelli dello
sposo; a sinistra, quelli della sposa). Il rito, come accennavamo, è
piuttosto breve (in genere, non più di 15 – 20 minuti in tutto), e nel
complesso comprende:
1. La lettura degli articoli del Codice civile da parte
dell’officiante :
• Art. 143 c.c.: Diritti e doveri reciproci dei coniugi: “Con il
matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e
assumono i medesimi doveri (Cost. artt. 29, 30). Dal matrimonio deriva
l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale,
alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione.
Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie
sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo,
a contribuire ai bisogni della famiglia”.
• Art. 144 c.c.: Indirizzo della vita familiare e residenza della
famiglia: “I coniugi concordano tra loro l’indirizzo della vita
familiare e fissano la residenza della famiglia secondo le esigenze di
entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa. A ciascuno spetta
il potere di attuare l’indirizzo concordato”.
• Art. 147 c.c.: Doveri verso i figli: “Il matrimonio impone ad
ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole
tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle
aspirazioni dei figli”.
2. La classica domanda di rito: (“ Vuoi tu….”), seguita dalla risposta
degli sposi;
3. Il tradizionale scambio degli anelli nuziali;
4. La firma dei registri da parte degli sposi e, quindi, dei
rispettivi testimoni;
5. Un breve discorso augurale da parte dell’autorità comunale che ha
celebrato la cerimonia.
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